E’ dal 1956 che chiunque voglia dedicarsi seriamente all’arte cinematografica in Italia ha dentro di sé come desiderio e obiettivo il prestigioso Premio David di Donatello, che da quell’anno in poi l’Accademia del Cinema Italiano ha iniziato ad assegnare a chi si fosse distinto ai più alti livelli nel mondo del cinema.
Già abbiamo parlato qui dell’opera prima del regista Fabrizio Maria Cortese Ho amici in Paradiso (una coproduzione Rai Cinema, che riproporrà il film a breve in prima serata), arrivata nel 2016 sul grande schermo e si devono assolutamente ricordare nel cast fra gli altri Valentina Cervi, Fabrizio Ferracane, Antonio Catania, Antonio Folletto, Enzo Salvi, Emanuela Garuccio, Erika Blanc, Daniela Cotogni e Stefano Scarfini.
Il film è stato ambientato in gran parte all’interno della Casa San Giuseppe dell’Opera Don Guanella in Roma e accanto agli attori professionisti hanno recitato alcuni ospiti disabili della struttura.
Numerosi sono stati i riconoscimenti già ricevuti dalla pellicola in Italia e all’estero in virtù non solo del fatto, già di per sé nuovissimo, che per la prima volta le qualità recitative di non professionisti della telecamera sono state parte integrante della riuscita di un’opera cinematografica, ma anche per i risvolti di carattere scientifico legati al campo medico con riferimento specifico al settore delle neuroscienze.
Le candidature sono quelle come miglior attore protagonista di Fabrizio Ferracane (ricordiamo candidato al David già nel 2016 con Anime Nere) e miglior attrice protagonista Valentina Cervi (e anche qui non c’è bisogno di presentazioni). Come miglior attore non protagonista Antonio Folletto (bravissimo giovane attore emergente, ricordo sul piccolo schermo I bastardi di Pizzofalcone e Sotto copertura e l’ultimo film di Mario Martone Capri-Batterie) che interpreta alla perfezione il ruolo di un disabile e come miglior attrice non protagonista, ecco la novità assoluta, la giovane Daniela Cotogni davvero eccezionale scoperta, attrice non di ruolo ospite dell’Opera Don Guanella.
C’è poi chiaramente la candidatura come regista esordiente di Fabrizio Maria Cortese, insieme a Giulia Lusetti e Stefano Piani nella sceneggiatura originale.
L’originalità del film risiede come accennato in questa “ambientazione reale” all’interno del Centro riabilitativo che ha portato per mano la pellicola, come i suoi spettatori, verso sentimenti di sensibilizzazione e riscoperta di qualità umane spiccatamente più evidenti e sincere in persone che tendiamo spesso ad emarginare classificandole come “diverse”.
Quando invece, mi si passi la frase forse scontata, la diversità è negli occhi di chi guarda.
Credo sinceramente, col massimo rispetto per il lavoro di quanti altri partecipano alla selezione, che Ho amici in Paradiso meriti di essere premiato per ciò che nel suo profondo rappresenta: una riscoperta e se vogliamo un ritorno (oggi ce n’è sinceramente bisogno) a quello che siamo davvero, perché non si deve dimenticare che a dispetto delle apparenze nel luogo più nascosto di noi siamo tutti speciali e diversi.