Si chiama Arturo Silverio Montoro di Gobernador Martínez in Argentina, a orami a Roma da quasi 50 anni. Un uomo delicato e raffinato, vanitoso e sensibile, intelligente e preparato. Già, parla 5 lingue e ha molto da insegnare, ma la sua passione da sempre è stata quella “dei capelli”. Si sente anche un grande Chef , per gli amici, e come non potrebbe un Argentino avere anche la passione per la cucina ? Impossibile . Facciamo un passo indietro: prendete un ragazzo poco più che ventenne, la passione per l’Europa, come all’epoca molti argentini nutrivano, una cognata che ha fatto esplodere in lui la passione per l’arte del Parrucchiere ed il gioco è fatto. Arturo si ritrova così ad Imperia, arrivato con una nave e grandi valige : obiettivo? Diventare un grande parrucchiere delle Stars! Traguardo : Raggiunto.
“Certo che di strada ne ho fatta -ricorda Arturo- Appena arrivato in Italia, la mia prima meta fu Roma e tutt’ora ci vivo; molti come me, giunti in Europa, accarezzavano il sogno di “salire” la scalinata delle ambizioni; Roma, Parigi , Londra… Io mi sento uno “spirito libero” ,eppure sono rimasto a Roma. Questa città ha una magia quasi impossibile da spiegare, un magnetismo che ti “inchioda” . Roma è la città della Storia, del Cinema, della Gente che conta: sono stato molto fortunato a viverla negli anni 70/80, all’apice della sua “Belle Époque”. Iniziai come Parrucchiere presso il “Salone Olivier”, uno dei più conosciuti e rinomati in quel tempo, in via del Babbuino: di la passavano Attori, Personaggi famosi e tutta la Nobiltà Romana; parlavo già diverse lingue tra cui l’inglese e a volte, tra una piega ed una tinta, mi sedevo vicino a qualche collega per tradurre le volontà di qualche straniero, come successe con l’attore Robert De Niro, che doveva essere preparato “all’invecchiamento” per il film “C’era una volta in America” . Da li ,l’incontro con Carlo Baruzzi, diventato poi il mio maestro ; di fatto iniziai con lui la mia carriera come Parrucchiere per il Cinema.”
Molte sono le storie e le emozioni che Arturo mi racconta, come aver pettinato Audrey Hepburn oppure l’aver “seguito” Anna Valle nel film “Soraya”, l’amicizia con Raul Bova e l’esperienza in Messico nelle riprese “Ultimo 5” insieme all’attrice Nerea Barro e chi più ne ha più ne metta; impossibile elencarle tutte in un articolo. “Ho lavorato per il film “Le Fate Ignoranti”, uno tra i miei preferiti, per “Alcarras” coproduzione Italo-Spagnola che ha vinto l’orso d’Oro nel ultimo Berlino Festival … ma tra le più emozionanti di sicuro fu l’incontro con Liv Ullman, attrice, regista e sceneggiatrice norvegese, che proprio quest’anno ha vinto l’Oscar alla Carriera . “Avevo una “macchinetta” così così – continua il suo racconto Arturo – eppure passai qualche giorno in compagnia di questa splendida attrice; la portavo di qua e di là; di lei mi colpì molto la sua semplicità e diventammo amici. Forse è l’emozione più grande che mi porto nel cuore”.
Arturo ha fatto molta televisione anche. Negli anni 90 infatti iniziò la crisi del Cinema. “All’epoca fui scelto dalla televisione Radio Montecarlo come Parrucchiere per Wilma De Angelis che proprio in quegli anni, dal 1990 al 1993,conduceva il programma “A pranzo con Wilma”. Girammo l’Italia in quel periodo e fu divertente . Il rapporto con Wilma era di Amicizia ed è stata una bellissima esperienza” . Tante anche le proposte “televisive” ricevute in quegli anni ; una di queste “mamma Rai” . La risposta ? “No grazie, non amo timbrare il cartellino”. E la carriera di Arturo continua nel cinema : in realtà mi spiega che ormai il cinema è entrato nella televisione, ma il suo “spirito libero” non è cambiato. “Continuo ad essere un freelance. Mi chiamano a lavorare di qua e di là, e posso permettermi il lusso anche di decidere dove andare. “. Di recente il “Parrucco” della “serie” Din Don con Enzo Salvi e Maurizio Mattioli , è opera sua.
E proprio qualche giorno fa, sul set di un nuovo film “il Diavolo è Dragan Cygan” diretto da Emiliano Locatelli con protagonista Enzo Salvi dove sono stato chiamato per una partecipazione amichevole, ho conosciuto di persona Arturo: un po’ ve lo ho raccontato in questo articolo, ma la nostra conversazione è andata oltre; quello che più mi ha colpito in lui è stata la sua grande passione per questo lavoro, e leggevo nei suoi occhi una sorta di “gratitudine” e “soddisfazione” per la carriera fin qua svolta, raccontata , come detto in apertura articolo, con raffinatezza, classe e quel pizzico di vanità che ti porta ad ammirare persone del suo calibro. Poi il regista mi ha chiamato per l’ultima scena e me ne sono andato, con un bel ricordo , ed una nuova amicizia….ah dimenticavo …tornandomene a casa canticchiavo “Fatti più in là, Così vicino mi fai turbar”… il tormentone delle “Sorelle Bandiera” lanciato nella trasmissione di Arbore del 1978. Il messicano Tito Leduc , l’australiano Neil Hansen e l’italiano Mauro Bronchi che divertivano l’Italia recitando “en travesti” giocando sul tema dell’ambiguità… un’altra storia raccontata in una foto da Arturo…