Dopo aver visto Natale da chef e Poveri ma ricchissimi e scritto a riguardo sul mio blog, mi è venuta voglia di buttar giù due righe in questo confronto tra cinepanettoni.
Qualcuno sicuramente prenderà il solo titolo come una paraculata del sottoscritto, ma come ben sapete riporto la mia esperienza da spettatore senza alcun filtro, come andrebbe fatto in ogni occasione.
Sul mio blog puntadipenna.net ho scritto di una vittoria ai punti che di poco porta avanti il film di Fausto Brizzi e di questo ne sono convinto, ma le due valutazioni sono la testimonianza di quanto questi due film non mi abbiano convinto a pieno.
Entrambi vivono di quelle catene (per non chiamarle forzature) che ne hanno impedito di alzare l’asticella: Natale da chef è legato allo schema del classico cinepanettone, con trame che si intrecciano ma che non sono la forza di questo film, che probabilmente una forza vera e propria non la possiede.
Dall’altra parte c’è Poveri ma ricchissimi, con un concetto che ripeto: non si è impegnato, non ha osato. Ha mantenuto lo stesso standard del film che lo ha preceduto nel 2016, senza dare struttura ad una trama piuttosto piatta e in cui la comicità non si avvicina ad alcun picco verso l’alto.
In tutto questo ci guadagna Enzo Salvi. Vi starete chiedendo perché e vi accontento subito. L’attore comico romano trova campo fertile nel paragone interno al film in cui ha recitato e in quello “rivale”, vincendo a mani basse grazie a battute ad effetto e all’utilizzo minimale di doppi sensi e parolacce, cosa di cui invece si fa buon uso soprattutto nel film di Neri Parenti cercando di forzare una voglia di ilarità che alla lunga ha avuto l’effetto opposto su di me.
So che qualcuno si chiederà perché da buon maschietto non parlo della componente femminile dei due film e perché non l’ho fatto nemmeno sui miei blog. La risposta sta nella voglia di non svelarvi l’identità di chi tra le attrici presenti nei due cast mi piace assai. 😛