Il 28 settembre è sbarcato ufficialmente FIFA 19 (la versione Ultimate due giorni prima, ndr), il prodotto calcistico firmato EA Sports, campione di vendite dopo pochi giorni dal suo lancio e disponibile per Playstation 4 (e versione precedente), Xbox One, Computer e Nintendo Switch.
Il gioco punta ad un miglioramento dell’esperienza utente rispetto al titolo che lo ha preceduto, portando però con sé ancora alcuni difetti di IA che hanno caratterizzato l’ormai vecchio FIFA 18 (per esempio, difese che vanno a farsi benedire e portieri tutt’altro che dediti alle parate).
In attesa di scoprire i pregi ed i difetti dell’Ultimate Team e senza toccare il “fenomeno” Draft, di cui potrete trovare video realizzati da youtuber di gaming come Just Rohn giusto per citarne uno, parliamo del colpo da maestro realizzato da EA Sports con “The Journey Champions”, che rispetto ai capitoli 17 e 18 di FIFA ha fatto registrare l’upgrade più bello ed incredibile.
“In Viaggio con Hunter” non sarà più centrato solo su Alex Hunter, bensì sarà triplice storia che include anche la sorella Kim e l’amico comune Danny Williams, con uno storytelling interessante condito da numerose scelte da fare, da cui dipenderanno le sorti dei nostri protagonisti.
Si partirà con il centesimo gol del nonno Jim Hunter, procedendo con l’ingresso di Kim nella nazionale statunitense prossima al mondiale di Francia 2019, con la scelta della squadra della Premier League in cui giocherà Danny Williams e con la decisione (temporanea) di Alex, che nonostante la possibilità di giocare in una tra Bayern Monaco, PSG e Atletico Madrid, finirà a giocare nei “Blancos”.
Alcune sezioni dei gioco saranno standard a prescindere dalle decisioni prese, come ad esempio l’addio al manager di Alex Hunter a prescindere dalla tipologia di risposta equilibrata, fredda o spavalda che gli verrà data.
Vincere è una questione di continuazione del gioco o di game over, dato che dovrete raggiungere gli obiettivi intermedi dati dal gioco e vincere i trofei per poter ricevere i premi da utilizzare con la vostra formazione Ultimate.
Un gioco avvincente che vi mette di fronte alla componente agonistica pura e a quella emotiva legata alle vicende dei tre personaggi, ma che non è esente da problemi di natura IA che hanno fatto storcere il naso.
Il primo tocca la parte tecnica dei giocatori, che in più frangenti ha mostrato giocatori di alto livello commettere errori incredibili dimostrando di essere amatori più che professionisti di altissimo livello.
La seconda tocca l’atteggiamento del gioco nel momento in cui cercherete di non seguire le linee guida dettati, ovvero sia utilizzare i giocatori consigliati in un determinato momento: perdere le partite ed uscire dalle competizioni diventa una cosa quasi matematica.
Il terzo riguarda alcuni blocchi standard che potevano portare a degli epiloghi diversi sulla base delle risposte date, regalando un maggiore realismo che viene così a mancare.
L’ultimo tocca un errore del gioco non passato inosservato: nonostante abbia vinto la Liga Spagnola con Alex Hunter, con tanto di screenshot fatto, il gioco non mi dava come completato l’obiettivo vittoria, cosa davvero incredibile.
Nonostante questi punti, a livello personale questa nuova modalità del “The Journey” mi ha entusiasmato ed incollato al monitor, ammettendo di aver fatto le ore piccole pur di terminarlo senza perdere il filo del gioco.