Oggi ho avuto il piacere di ascoltare le parole di un veterinario che ama la sua professione e la ama perché ama i destinatari di questa: i grandi felini, mi riferisco al dottor Riccardo Manciniconosciuto nell’ambiente circense italiano e non, che apre l’intervista ricordando con somma tristezza ed affetto un collega recentemente scomparso il dottor Giancarlo De Leo.
Laureato da cinque anni all’Università di Bologna con specializzazione conseguita a Napoli in patologia delle specie avicole, del coniglio e della selvaggina, da sempre interessato alle specie animali selvatiche e da zoo sceglie come detto il campo della medicina dei grandi felini, tiene a dirci che tutto quello che sa lo deve al dottor Giuseppe Visigalli, altro medico veterinario per animali esotici selvatici e da zoo, direttore sanitario e titolare di una clinica veterinaria per animali esotici nonché oftalmologo, in Lombardia. La professione che esercita lo porta a lavorare dove è necessario: nonostante la giovane età è già stato richiesto il suo supporto professionale in Slovacchia, Ungheria, Francia e Israele (potete vedere alcuni video qui https://www.facebook.com/100009698973420/videos/437386763261286/ https://www.facebook.com/zoowildmed/videos/840459229419880/ e a fine articolo). E’ medico veterinario presso il Parco Faunistico “Giada” di Lagonegro(Pz) dall’ottobre 2016 e la Calabria è la sua base lavorativa nonché sua terra d’origine.Ho scelto di parlare col dottor Riccardo Mancini per occuparmi approfonditamente della questione animali dei circhi : grazie alla sua piccola esperienza dell’ambiente circense, ricordo che è medico veterinario di note famiglie circensi, conferma che in tutte le strutture che ha avuto modo di frequentare per lavoro c’è un continuo contatto con gli animali, considerati alla stregua di componenti familiari come ho già avuto modo dire, e che buona parte delle procedure mediche sono attuate senza l’ausilio di anestesie, sempre con l’aiuto della figura del “trainer”. In alcuni casi bisogna rinunciare alla
procedura medica sull’animale: “Si deve capire l’animale, l’approccio psicologico è fondamentale e se quel giorno non è il più adatto si rinuncia”.
Altra enorme falsità, continua, è quella che gli animali durante gli spettacoli sono sedati, “alcuni animalisti non hanno la minima idea di cosa voglia dire e cosa comporti sedare un animale”, l’animale viene messo in pericolo di vita ad essere sedato e i costi da sostenere sarebbero elevati.
Entriamo un attimo nel “carattere” di questi esemplari: “i grandi felini sono predatori, alla violenza per istinto rispondono con l’aggressione e quindi l’attuale metodo di addestramento per quanto ho potuto vedere è basato su quello che viene definito in gergorinforzo positivo, non è possibile ottenere risultati di addestramento adeguati con maniere violente. La frusta o il bastone che vediamo durante le esibizioni sono strumenti di carattere direzionale, servono quindi al trainer per indicare all’animale cosa fare e come farlo”.
In merito a quanto detto da alcune associazioni animaliste ad esempio sul presunto maltrattamento degli esemplari tiene a far notare che sempre per quanto riguarda la sua personale esperienza “vivere con gli animali nei circhi significa soprattutto un sacrificio fatto volentieri da chi sull’amore per questi meravigliosi esemplari ha costruito una professione”.
“Alcune associazioni animaliste demonizzano il circo e oltretutto commettono l’enorme errore di non conoscere gli animali, non sanno cosa vuol dire vederli nascere, crescerli, alimentarli, la loro la psicologia, non conoscono i concetti di etologia e comportamenti di questi animali, inoltre non sono a conoscenza della severità delle leggi e degli aspetti burocratici che investono il mondo dei detentori di animali esotici e soprattutto (qui si entra proprio nello specifico della professione) è falso che questi animali rappresentino un pericolo per la sicurezza, in quanto ancor prima di ottenere i permessi per le specie pericolose il veterinario consulente della struttura circense, che tra i suoi compiti si deve occupare di visite, operazioni, vaccinazioni e trattamenti per i parassiti, ne richiede autorizzazione all’ufficio per la pubblica sicurezza della Prefettura. Vengono presentati dei piani di fuga, mantenimento e pulizia per ciascuna specie oltre a una perizia tecnica da parte di ingegneri o geometri sulla sicurezza delle struttura di contenimento, e sempre parlando di sicurezza è noto che gli spazi concessi alle strutture circensi sono irrisori purtroppo, ogni comune dice la legge in vigore dovrebbe avere aree attrezzate per lo spettacolo viaggiante, ma spesso non è così”.
Riguardo poi alla sanità pubblica, tema fondamentale a cui il dottor Riccardo Mancini è legato in particolar modo perché aspetto intrinseco al suo lavoro, dice:
“Alcune associazioni non sanno nulla al riguardo, non conoscono le malattie di questi animali , ad ogni cambio di destinazione delle strutture circensi e comunque ogni settimana veterinari ASL, ex Corpo Forestale dello Stato(attualmente Carabinieri) e commissione CITES si recano nella struttura ed effettuano i controlli della documentazione obbligatoria“, come anch’io ho parlato nel precedente articolo. Mi ricorda, e approfitto per ribadirlo se mai fosse necessario, “non è vero che gli animali vengono catturati nei loro luoghi d’origine, ma nascono e crescono in cattività con i limiti indicati dalla legge”.
Interessato anche lui alla questione animali nei circhi continua: “Per quel che mi riguarda suddivido gli animalisti in tre categorie: animalisti estremisti, che non sono a conoscenza di tutto questo, non ne vogliono assolutamente parlare e coi quali è impossibile instaurare un qualsiasi tipo di dialogo e che quindi procurano solo danni liberando animali dai circhi (ho già dato nel precedente articolo le fonti internet dove reperire video di animali sequestrati e o morti o restituiti in condizioni pietose), animalisti vittime di mala informazione che però dopo essere stati informati correttamente e messi alla prova dei fatti, ospitandoli in strutture dove è possibile vedere l’amore di molti circensi verso gli animali, sono stati costretti a ricredersi e in ultimo animalisti che fanno parte di associazioni che hanno il solo scopo di lucrare”.
Il punto è sempre quello: allontanare animali nati in cattività dai loro trainer, dai loro familiari umani, vuol dire portarli alla morte non volendo considerare, ma dobbiamo, che una legge che costringa ad effettuare le attività circensi senza l’ausilio di animali porterebbe i circhi ad una lenta e inesorabile fine.
Il dottor Riccardo Mancini non dimentica di salutare calorosamente il “collega medico degli umani” Giansisto Garavelli, il quale da sempre si occupa della salute
di tutti i componenti a due zampe di questo fantastico mondo e fra l’altro unico medico dei circensi a cui è andato un riconoscimento dell’Ente Nazionale Circhi.
Inoltre ci tiene ad elogiare i colleghi che come lui fanno parte dell’Albo dei Medici Veterinari dell’Ente Nazionale Circhi e la FEDEA, Federazione Europea Detentori Animali Esotici e Domestici e tutte le altre associazioni del settore. Ringrazia inoltre tutti i suoi pazienti animali e i loro trainer.
Io personalmente ringrazio per la disponibilità Antonio Buccioni, presidente dell’Ente Nazionale Circhi e Mario Zaccone, presidente della FEDEA.
Concludendo vi dico che solo parlando, come in questo caso il dottor Riccardo Mancini, con chi vive ogni giorno la realtà degli spettacoli itineranti si può vedere la realtà delle
cose senza preconcetti, preconcetti che è troppo facile farsi ascoltando le “chiacchiere da bar” di chi, abitudine questa diffusissima, parla senza sapere.
Non finisce qui.