Non è da molto che vi ho parlato della conversazione avuta con Gianluca Ranzan, il comportamentista trainer di pappagalli che mi (ci) ha aperto gli occhi sul bellissimo mondo dei nostri amici pennuti.
Ricordo che se volete saperne di più lo potete trovare sia sul sito di Gianluca Ranzan che sulla sua pagina Facebook.
Da qualche giorno in corrispondenza dell’arrivo della bella stagione si sta verificando il fenomeno che capita ogni anno a causa della scarsa informazione: iniziano a scappare dai legittimi proprietari un elevato numero di pappagalli; una fuga che viene giustificata erroneamente dal fatto che queste persone sono convinte che basti l’amore nutrito verso i volatili a tenerli sempre nelle proprie vicinanze. E così pensando, li liberano per farli svolazzare nei dintorni di casa magari. Errore enorme, l’animale spessissimo non torna.
Perché non torna? Ecco Gianluca ci spiega la natura del pappagallo: “Il pappagallo è una preda e come tale risponde agli stimoli dell’ambiente, pertanto dinanzi alla paura si comporterà come natura gli ha insegnato scappando appunto. Come Presidente della
Associazione No Profit Pappagalli in Volo mi dissocio da gruppi e pagine social dove consigliano di liberare i pappagalli, noi dell’Associazione Pappagalli in Volo non liberiamo i pappagalli, ma facciamo un percorso didattico con alla base il richiamo.
Il pappagallo prima di essere messo in volo libero avrà tutte le competenze per poter affrontare il volo libero e sopratutto le competenze per ritornare dal suo “Compagno-umano” al richiamo”.
Il concetto è semplice: “i pappagalli non si liberano, ma si addestrano al volo libero dando loro tutte le competenze necessarie per poter volare liberi nel cielo, noi Gruppo di Volo Libero Italy e Associazione Pappagalli in Volo ci dissociamo da tutti coloro che invitano a liberare i pappagalli”.
Semplicissimo quindi il pennuto va addestrato al volo libero, non si deve fare l’errore che similarmente ad un cane rientri dal proprio padrone (e anche questo non sempre accade…) il pappagallo è si un animale domestico ma come ha precisato nel precedente articolo “mai dimenticare che il pappagallo non è un animale domestico nell’accezione classica, caratterialmente è un opportunista e nei rapporti con gli altri è definibile naturalmente di istinto paritario. In merito a quello che si definisce l’addestramento io ho visto che paradossalmente non si deve educare l’animale bensì il proprietario, e questo poi deve capire come rapportarsi al pappagallo”.
Voglio mettere l’accento se tutto questo non fosse abbastanza chiaro sul fatto che il “fai da te” può andar bene se si deve fare un lavoretto in casa, ma è completamente sbagliato applicarlo ad una specie animale che, nonostante tutto l’amore che possiamo provare, ancora non conosciamo benissimo. #bisognapensare
Gianluca Ranzan con alcuni splendidi esemplari