Chi mi ha già letto sa bene che l’altra mia passione oltre quella per gli animali è lo spettacolo e quindi l’arte in generale.
Abbiamo scritto di attori e registi, il nostro amico oltre che come sapete amante degli animali Enzo Salvi , Claudio Insegno, Massimo Boldi, Pino Quartullo, Nancy Brilli, Loredana De Nardis, sono solo alcuni.
Oggi vi racconto di una delle più belle forme di comunicazione artistica, quella del linguaggio del corpo accompagnato dalla musica: la danza orientale, e ve la racconto attraverso il percorso di una danzatrice, coreografa, maestra di ballo ma non solo, da sempre immersa nella cultura del corpo: Arianna Mecozzi.
Frequenta fin da giovanissima il mondo dello sport, pratica ginnastica artistica, nuoto, kick boxing e culturismo. Insegna fitness dall’età di 15 anni (ha conseguito il terzo livello Reeebok di step coreografico ma sul suo sito http://www.ariannamecozzi.it potete vedere le innumerevoli qualifiche conseguite prima nel fitness poi nella danza orientale oltre che come giudice nazionale e internazionale), frequenta corsi di danza applicata allo step in quanto da sempre attirata dal movimento abbinato alla musica e qui conosce e si appassiona enormemente alla danza orientale, il passo da un gruppo spettacolo all’insegnamento è breve: dal 2008 insegna alla palestra Full Dance
Italia di San Cesareo, Roma ( http://www.fulldance.it/) e fonda un suo gruppo di ballo “El Benu Group”
(andate a curiosare su facebook https://www.facebook.com/ElBenuGroup/?ref=ts&fref=ts ), Benu vuole la leggenda è l’uccello sacro dal colore oro e rosso protettore di Venere che, come la Fenice, ogni cinquecento anni risorge dalle proprie ceneri.
Palestra non rende giustizia alla Full Dance, dal 1992 si svolgono corsi di danza agonistica o da balera, standard, balli latini, di coppia o gruppo, tap dance, danze caraibiche, karate, kung fu, fitness, full contact e danza del ventre. E’ affiliata alla Federazione Italiana Danza Sportiva FSC C.O.N.I. e dalle sue sale sono usciti vincitori di innumerevoli concorsi nazionali e internazionali di tap dance e dance show (solo una trentina a livello europeo e mondiale) grazie alla nota coreografa Graziella Di Marco.
Ed è qui che Arianna Mecozzi ha deciso di affinare le sue capacità e sviluppare le sue potenzialità, le sue ma non solo: anche quelle del numeroso gruppo che la segue, una cinquantina tra giovanissime, ragazze, e mamme di cui parlerò prossimamente.
Ricorda che il primo gruppo di ballo era composto da una decina di appassionate, ma in soli tre anni è riuscita a creare un folto laboratorio coreografico.
Sono del 2009 con “Orizzonti” e del 2010 con “Sensazioni” le prime prove spettacolo, ben oltre il concetto di saggio, in cui è già ben visibile lo stile personalissimo della danzatrice-coreografa, uno stile in cui la musica orientale viene piacevolmente “contaminata” da altri generi molto più popolari e conosciuti alle nostre orecchie.
Ricordiamo i veri e propri spettacoli a partire da quello allestito al Teatro Bagaglino di Roma del 2012 “Hollywood Boulevard”, filo conduttore le colonne sonore di famose produzioni cinematografiche, quelli del 2013-2014-2015 e 2016 allestiti con maestria e
professionalità al Teatro Greco di Roma con temi ogni volta profondi che vanno da quello della bellezza della vita (La Vie en rose 2013) a quello della distruzione del mondo (Destruction 2014) con la conseguente rinascita (Ad Vitam Reditus 2015), fino a quello dello scorso anno, un autentico affresco della società odierna (Once Upon a Time), si possono vedere alcuni brani di questi nei video a fine articolo.
Alla spontanea domanda sul criterio adottato nello scegliere le musiche per i suoi spettacoli, la risposta è davvero spiazzante: “Non scelgo io le musiche per i brani ma sono loro a scegliere me“, in pratica è la vibrazione che riesce a trasmetterle la musica stessa ad ispirarla, sia riguardo al tema dello spettacolo che alla creazione delle coreografie stesse le quali ne rappresentano l’anima più profonda; questa danzatrice che potremmo senza esagerare definire una “visionaria della danza”, così facendo riesce a produrre dei movimenti abbinati a dei suoni molto particolari e grazie ad un sapiente ma mai esagerato e continuo cambio di ritmi, musiche, colori, tiene l’attenzione di chi assiste allo spettacolo autenticamente viva, anche grazie all’intelligente espediente di una quasi totale assenza di pause tra un brano ed il successivo.
Le chiedo se sia difficile riuscire a “mettere d’accordo” un corpo composto da circa cinquanta persone, che ricordiamo non sono ballerine professioniste ma proprio per questo ancora più apprezzabili, e la risposta viene da sé quando mi spiega che fondamentale è l’affiatamento tra danzatrici, rifacendosi alla concezione classica della danza orientale quella delle Almee, antiche danzatrici colte egiziane che hanno origine nell’Egitto del IX secolo, tutte donne e unite fra loro da una sintonia pressoché totale, come fossero sorelle.
E’ esattamente qui il punto focale: Arianna trasmette, e vi posso assicurare che solo guardandole provare ci si rende conto che è così, alle sue danzatrici la passione per la danza intesa come espressione altissima della vita e riesce col ballo a “tirare fuori” tutta quella parte che spesso le donne tengono dentro di sé.
Questa che definirei energia esplosiva del corpo si riflette nell’esteticità della danza del ventre, che la fa da padrona, come ho detto contaminata dalla sua conoscenza di altre danze e anche del fitness, in quanto ricordo è parte integrante del background di Arianna Mecozzi e punto di partenza da cui ha sviluppato questa personale interpretazione della danza orientale.
Entrando un momento più nel tecnico mi spiega che quando provano riescono ad avere una cognizione totale dello spazio attorno e difficoltà legate per esempio alle dimensioni del palco dove si esibiscono svaniscono, anche grazie ad una versatilità che altre danzatrici di professione magari non hanno, data loro proprio dalla diversità di musiche e movimenti a cui sono abituate.
Concluderei dicendo che di tutte le forme di arte legate al movimento, quella della danza è una delle più nobili perché come avrete ormai capito ci si dedica per ottenere risultati significativi anima e corpo, il caro vecchio “mens sana in corpore sano” dei nostri antenati direi che in questo caso calza alla perfezione. Ballare comunque, che sia a livello amatoriale o professionale, fa sempre bene e soprattutto non è qualcosa che si può improvvisare da un giorno all’altro, come invece succede in alcune strutture che per attirare persone organizzano corsi tenuti da chi non è all’altezza.
E’ praticamente pronto lo spettacolo che sarà rappresentato il prossimo primo luglio al Teatro Vascello sempre a Roma e dati i precedenti e presupposti non possiamo che essere in trepidante attesa, siete tutti invitati.
Ma di questo vi parlerò la prossima volta….