Nel mondo videoludico si percorrono due strade: la prima ci porta alle novità gaming con giochi che fanno appassionare dal punto di vista della grafica, con la ricerca continua dei 60 fps e dei dettagli che fanno la differenza (cercate Red Dead Redemption 2, il numero uno al momento) e della giocabilità; dall’altra l’effetto nostalgia porta al lancio di giochi rimasterizzati e di consolle che richiamano ai prodotti del passato, come vuole la Playstation Classic uscita proprio oggi.
Parlando dei videogiochi rimasterizzati e lanciati sul mercato, dopo la trilogia di Crash Bandicoot che ha fatto appassionare gli amanti del genere e regalato views significative agli youtubers che lo portarono sui loro canali, Activision ha regalato la seconda perla: Spyro Reignited Trilogy, che contiene i primi tre capitoli della serie (stendiamo un velo pietoso su quelli successivi, flop bestiali), uscito lo scorso 13 novembre.
Dopo aver giocato alla trilogia del draghetto più bello del mondo videoludico per un intero weekend, posso raccontarvi la mia esperienza gaming con i pro ed i contro regalati da questo gioco.
Dal punto di vista grafico il gioco non delude, con una cura dei dettagli che ne fa apprezzare ogni singolo centimetro scrutato e che salva la vista dall’impatto che avremmo avuto rigiocandolo su Playstation 1.
Anche i dialoghi con i vari personaggi giocabili e non risultano decisamente più belli, e riascoltando quelli presenti nell’edizione originale fa capire il perché della necessità di un miglioramento dal punto di vista vocale.
Sfortunatamente vi sono stati episodi, seppur in numero ridotto, in cui vi sono stati cali di frame significativi, con rallentamenti che hanno costretto ad una chiusura del gioco con successivo riavvio, ripristinandone il corretto funzionamento.
Le mie perplessità e le mie delusioni sono arrivate come un fulmine a ciel sereno quando si sono presentati dei bug a dir poco fastidiosi, che hanno sortito quell’effetto che le fiancate sull’auto riescono a regalarti.
Gemme ed avversari sospese per aria o che a volte spariscono senza un perché e costringendoti ad uscire dal gioco, altrimenti non si giunge al completamento del numero di gemme per finire il gioco.
Questo anche quando si interviene con l’uso della funzione associata al tasto L3, che una volta in possesso della libellula ti indica la direzione per prendere le gemme mancanti. Ecco, è capitato di andarvi, cercarle e NON trovarle.
Se poi ci mettiamo delle movenze che vanno contro la legge della fisica quando vai con lo skateboard, fai le acrobazie e vai via per la tangente, o quando un personaggio resta sul ciglio di un dirupo con metà corpo e nonostante 200 kg sul groppone, allora capisci che il tempo speso nella cura grafica è stato tolto al giocato, con le conseguenti madonne tirate ed una valutazione gioco che cala di un punto.
La sola cosa che accomuna questa remastered a quella di Crash Bandicoot è la necessità di dover scaricare online i due capitoli successivi al primo, dato che quest’ultimo è il solo presente nel cd.
Mi sarei aspettato l’aumento del livello di difficoltà a partire dal primo capitolo, ma su questo Activision ha fatto orecchi da mercante.