La bellezza dello scegliere un film da vedere e di cui parlare, senza leggere in anticipo recensioni che valgono tanto quanto un rutto all’esame di inglese, serve a farsi un’idea molto precisa sulla pellicola stessa.
Nel caso di “Tomb Raider – La storia di Lara Croft”, anche una lettura preliminare non sarebbe servita a cambiare l’idea di un lavoro cinematografico della cui visione si può fare a meno, sempre che non ci si voglia così male da spendere soldi e tempo al cinema.
La storia in sé, le scene di pseudo avventura che non sarebbero credibili nemmeno dopo aver bevuto un litro di vino e le emozioni carenti come l’italiano del senatore Antonio Razzi, bastano e avanzano per sconsigliare un minimo di approccio e per valutare questo film con la piena insufficienza, tanto che un film che avevo criticato come “Jumanji 2”, rischia di diventare un semi-capolavoro se confrontato a “Tomb Raider”.
La storia ci porta agli inizi di Lara Croft, una ragazza che potrebbe diventare ricca (?) firmando un documento post morte del padre che il film, senza troppi sforzi, ti fa pensare che sia vivo. E così sarà!
Un segreto si cela in un enigma risolto da Lara, che così può smetterla di consegnare pizze a domicilio per un’azienda sconosciuta perché lei è così imbranata da essere stata scartata da Just Eat, così come dalle società dilettantistiche di ciclismo femminile. E se queste sono battute, il fatto che nel film le prende di santa ragione in palestra non lo è affatto.
I documenti segreti la portano nell’isola del Diavolo in Giappone, in compagnia di Lu. I due arrivano sull’isola rischiando di rimettere la vita in mare, e si troveranno ridotti in schiavitù da Mathias.
Fino a quando Lara trova per la prima volta il coraggio di scappare e, guarda caso, in una zona dell’isola trova il padre. E non c’è stato bisogno di chiamare Maria De Filippi.
Con l’aiuto del padre arriveranno davanti alla tomba di Himiko, non prima di essersela fatta sotto insieme a Mathias ed ai suoi scagnozzi, superando trappole in maniera…non ve lo dico neanche, ritornate ad uno dei paragrafi sopra.
Vi evito il finale, ma non una considerazione: ridatemi Angelina Jolie, ridatemi Tomb Raider su pc!