Houston (askanews) – Luna, mare della tranquillità, 21 luglio 1969, ore 2:56 del meridiano di Greenwich. L’astronauta americano Neil Armstrong, 39 anni il successivo 5 agosto, è il primo essere umano a calpestare il suolo della Luna. È scendendo dalla scaletta del modulo d’atterraggio “Lem” (Lunar excursion module) allunato 6 ore prima, che pronuncia la storica frase “è un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”. La missione Apollo 11 era cominciata il 16 luglio 1960 con il lancio dalla base spaziale Nasa di Cape Canaveral, in Florida del razzo Saturn 5. Armstrong era il comandante della missione, con lui, a bordo dell’astronave, il pilota del modulo di comando, Michael Collins ed Edwin “Buzz” Aldrin che, venti munuti dopo il comandante, fu il secondo uomo a mettere piede sulla Luna e fu lui a scattare questa fotografia, la prima impronta umana sulla polvere lunare, destinata a diventare un’icona storica. L’intera missione durò 8 giorni e si concluse con l’ammaraggio della capsula Apollo nell’oceano Pacifico, mentre, in totale, i 2 astronauti camminarono sulla Luna per 2 ore, 31 minuti e 40 secondi. Quella del 1969 non fu solo una grande conquista scientifica e tecnologica, destinata a cambiare la storia dell’evoluzione umana, ma ebbe anche un fondamentale peso politico nel pieno della guerra fredda fra America e Unione sovietica. Una curiosità: al ritorno della missione furono addebitate agli astronauti le spese di missione, circa 33 dollari e l’equipaggio dovette fare dogana a Honolulu indicando la Luna come luogo di provenienza e rocce e polvere lunari alla voce “carico”.