Quanto si può soffrire per amore ? Non c’è uno standard sulla sofferenza, certo che il dolore per amore fa male, in alcuni casi ,malissimo . Nella coppia che si divide c’è quello che chiude la porta, e chi invece sta male ( cit. b. Antonacci ) . E’ da considerarsi un trauma vero e proprio, e spesso non riusciamo a darci pace per questa “frattura”. Ognuno di noi usa quello che “sa fare meglio” nella “speranza” e nella “lotta” per riconquistare la propria metà. Per combattere il “mal d’Amore” infatti, la cura migliore sarebbe proprio quella di vivere la persona amata, e da qui , nasce la nostra insofferenza non potendolo fare. Proprio l’amore, è un sentimento che per completarsi totalmente, deve circondarsi di altri “sentimenti satelliti” : desiderio, affetto, amicizia… ma anche solitudine, rabbia, gelosia … odio. E’ un escalation di stati d’animo spesso impossibile da gestire, e attingere da ognuno di essi la giusta dose, spesso risulta difficile, improponibile..e ci fà sbagliare. Viviamo in una fitta trama di “comunicazione globale” e “business group” , e tutto ciò , a relazione finita non aiuta ; è inconcepibile, ma succede sempre, che al termine di “una storia” si chiudano inevitabilmente anche le nostre abitudini : social, whatsapp, telefoni… carriere e collaborazioni…e chi più ne ha, più ne metta… Odiamo canzoni che ci hanno accompagnato “nell’amore” , ci ritroviamo concordi in “frasi ed aforismi” sparsi nel web , cerchiamo negli amici parole di conforto, e rivalutiamo vecchie cose lasciate chiuse la , nel cassetto. Ma è giusto , da innamorati , alimentare ogni singola “routine” e poi , da “disinnamorati” , staccare la spina come se niente fosse successo ? Quanto “pesa” il nostro orgoglio da rinunciare a qualcosa che comunque ha fatto parte del nostro passato , e che spesso ci ha aiutato a crescere ? Quanto “pesa” la nostra “rabbia” per qualcosa che ci ha ferito e che ci ha soffocato inevitabilmente ? E soprattutto, siamo davvero pronti a voler dimenticare ogni singolo istante ? Ognuno , alla fine, reagisce come riesce , ma inevitabilmente da “lasciati” o “da chi ha lasciato” , ogni dubbio , ogni pensiero ed ogni ansia, incrociano un ricordo , un sapore o un colore, ponendoci solo una domanda comune : <<perchè ?>> E rischiamo così di complicarci ulteriormente le giornate , ricoprendo il nostro e l’altrui cuore di un ombra fredda, non capendo che il silenzio appaga solo una nostra vendetta morale , ma ci affossa inesorabilmente verso la perdita totale del nostro essere “vivi” .