In precedenza era stato Sean Parker, ex presidente di Facebook nel periodo della nascita del social network, a scagliarsi a caratteri cubitali contro il prodotto di Mark Zuckerberg.
Oggi è il turno di Chamath Palihapitiya, ex manager di FB, a dare un’altra coltellata al “mostro”, perché è questa la definizione che oramai viene definita alla community numero uno al mondo.
Facebook è un mostro, è tutta colpa di Facebook (valido come titolo di un film), Facebook ha rovinato la società moderna e tante altre cose, perché questo social, che è un contenitore maxi di cose belle e brutte, è il bersaglio più facile per svestirsi di ogni colpa.
Già, perché in questa caccia al social, elemento intangibile e per questo impossibile da prendere a cazzotti qualora lo si voglia, ci si dimentica che i personaggi attivi che lo popolano sono le persone, gli esseri umani, quelli che al mattino si svegliano e…..e che a quanto pare devono sfogarsi perché di meglio da fare non c’è.
Non è colpa di Facebook ed esso non è il demonio, semmai lo riteniamo colpevole del fatto di aver messo alla luce del sole ciò che l’uomo è realmente, anche se ci vien più facile negarlo e negarci uno sguardo allo specchio per chiederci se noi siamo davvero ciò che stiamo mostrando di essere in rete.
Se una persona scrive messaggi d’odio e qualche ora dopo fa una strage per mezzo di armi o automobili, la colpa è sua e non di Facebook;
se un uomo è intollerante nei confronti del prossimo non lo è perché Facebook lo possiede, ma perché è nella sua natura di imbecille;
se il sottoscritto ruba delle caramelle, è un ladro nella vita reale e non nel web.
Una mia amica disabile è stata insultata con il seguente “a schifosa” mentre camminava per strada. In questo caso è colpa di Facebook o di una società che ha spostato raggio di azione e demenza innata sul web?