C’è isola e isola, la differenza sta nei contenuti e nelle persone che la abitano come vedrete.
Abbiamo già parlato in precedenza dell’opera prima cinematografica di Fabrizio Maria Cortese “Ho Amici in Paradiso” in concorso ricordo al prossimo premio David di Donatello ambientata in gran parte all’interno del centro di riabilitazione Casa San Giuseppe, che fa parte dell’Opera Don Guanella in Roma.
Ne abbiamo parlato perché già molto innovativa e fresca è stata l’idea di ambientare un film in una location così “diversa” dal solito ma ancor più poi quella di affidare ruoli recitativi importanti, accanto agli attori di professione, ad alcuni ospiti del centro.
Ora mi dice Fabrizio che proprio in ragione del clima fantastico, della “simbiosi”, che si è venuto a creare durante la realizzazione del film tra questi ospiti (parliamo di persone con disabilità mentali causate da traumi) e loro ha deciso di ambientare sempre qui il suo nuovo film “Free”, continuando nella sua idea di rappresentare realtà trascurate e talvolta quasi disprezzate come quella delle persone anziane, argomento appunto su cui è incentrato Free.
Parlando con Don Pino Venerito, responsabile della Casa San Giuseppe da quattro anni, mi conferma che quella che era una iniziale forte simpatia nei confronti dell’idea di interagire con una troupe cinematografica e i suoi componenti si è trasformata in molto di più, proprio alla luce dei meravigliosi effetti terapeutici riscontrati sui suoi assistiti. “Tutto ciò inoltre mi ha reso, ha reso tutti qui al Don Guanella, ancora più felice in quanto lo stimolo che portò Don Luigi a fondare le congregazioni dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza era lo spirito di famiglia in lui fortemente radicato. Questo è lo spirito che ritroviamo e ricerchiamo ogni giorno tra di noi e questo spirito hanno ritrovato i nostri ospiti collaborando con i componenti della troupe”.
Riferendoci poi al tema che Fabrizio Maria Cortese ha deciso essere il fulcro e perno del film cioè la condizione degli anziani “assolutamente da considerare come una risorsa e mai come un peso”, Don Pino abbraccia con ancora maggiore piacere questo argomento delicatissimo, un problema moderno lo definirei io quasi polemicamente, proprio perché questa oltre alla disabilità è condizione di molti ospiti del centro. “Non posso scordare che Don Luigi iniziò con l’aiutare gli anziani che a differenza di quello che potremmo pensare al suo tempo venivano spesso abbandonati. Lui li raccolse a sé rendendoli utili e affidandogli dei lavori affinché servissero a se se stessi e agli altri”.
Quindi in questo secondo film che parte ancora dalla Casa San Giuseppe “Free” si vede la forte continuità empatica con “Ho amici in Paradiso”, l’una e l’altra pellicola infatti si richiamano a vicenda occupandosi di condizioni umane di emarginazione, la prima per diversità e la seconda perché il tempo viaggia inesorabile per tutti.
Dice il regista: “Io vorrei dare a queste persone quella che spesso è dimenticata, una speranza che ci sia sempre margine perché le cose cambino, infondere un senso di ottimismo in loro attraverso il racconto delle loro storie e di chi gli è accanto. Sempre con la giusta leggerezza perché con il mio, i miei film, non voglio scatenare sensi di pietismo gratuiti e sterili ma indagare con una giusta vena di comicità l’animo di quanti soffrono per la loro condizione e anzi così facendo fargli capire che anche e soprattutto per loro realizzare i propri sogni si può, che non è mai troppo tardi”.
Come nel precedente film e proprio in virtù della felice esperienza, la Conferenza Episcopale Italiana nella persona del suo Segretario Generale Monsignor Nunzio Galantino darà tutto il supporto possibile, confidando assolutamente nella possibilità del mezzo cinematografico di presentare al grande pubblico la condizione di alcune “fette” della società emarginate. Altro supporto prestigiosissimo come nel caso dell’altra pellicola, la professionalità di Rai Cinema e del suo Amministratore delegatoPaolo del Brocco.
Non si “sbottona” Fabrizio su altro riguardo al film e meno che meno sul cast che sarà, sono pronto a scommetterci, con attori conosciutissimi e di prestigio. L’unica eccezione me la concede rivelandomi, quasi sotto tortura, che in un ruolo completamente insolito per lui (“sarà una grande sorpresa”) il noto comico romano Enzo Salvi (nella foto sopra insieme al regista durante le riprese del precedente film) tra l’altro conosciuto anche per i suoi svariati impegni nel sociale, già parte integrante del cast di Ho amici in Paradiso.
Avrete capito perché ho parlato di isola dei virtuosi, un’isola che grazie al mezzo cinematografico mi auguro venga scoperta da tutti perché oggi più che mai c’è bisogno di valori da non dimenticare.