È difficile portare al cinema un film tratto da un libro e che non sia la sua brutta copia, così come è ardua l’impresa di far arrivare al pubblico tematiche di vita importanti e rilevanti nella maniera in cui una foglia spinta dal vento si poggia lentamente e dolcemente al suolo.
Il film girato da Stephen Chbosky e con protagonisti Julian Roberts, Owen Wilson e il piccolo Jacob Tremblay, riesce a toccare due delicate tematiche come la sindrome di Treacher Collins e del bullismo, cose collegate quando il protagonista August si affaccerà al mondo esterno cominciando gli studi fuori da casa, in prima media.
Intorno all’apertura del mondo esterno esterno girano le gioie e le preoccupazioni del papà Nate e della mamma Isabel, per quello che potrebbe essere visto l’aspetto di un bambino che a soli 10 anni ha toccato quota 27 operazioni di chirurgia plastica.
Ma anche la solitudine della sorella più grande Olivia, studentessa del college che si sente inutile in famiglia per via delle troppe attenzioni date soprattutto dalla madre al fratellino.
August dovrà farsi coraggio per uscire senza il suo cappello da astronauta, che gli nasconde l’aspetto e che allo stesso tempo lo fa sognare.
È noto che i bambini sono molto cattivi tra loro e August lo vedrà coi suoi occhi quando si troverà gli sguardi di disprezzo addosso e la considerazione di portatore di peste.
Ma noterà che non tutti sono fatti della stessa pasta e che l’amicizia è una cosa meravigliosa, anche se qualche pugnalata inaspettata ti arriva, salvo poi giungere alla cucitura di una ferita che ti rende più forte.
E decisamente più forte sarà la capacità di August di essere visto come un bambino speciale, cambiando il modo di vedere e di pensare da parte di chi prima non aveva il coraggio di guardare oltre.
Tranne in qualche caso, dove si scoprirà che la cattiveria dei bambini in realtà ha radici ben più “grandi”.