Ci siamo! Lo spettacolo organizzato quest’anno è pronto al debutto, per chi non lo sapesse al Teatro Vascello di Roma il primo luglio prossimo.
Morias Enkomion, ispirato al noto saggio del 1509 di Erasmo da Rotterdam L’Elogio della Follia, ci dice Arianna Mecozzi è il naturale proseguimento del filo logico che segue da anni nella realizzazione delle sue creazioni, sempre in quella particolare e visionaria idea della danza come mezzo per raffigurare gli aspetti profondi della realtà, spesso quelli che stanno sotto gli occhi di tutti ma che a molti sfuggono o non riescono a vedere. “L’ispirazione all’Elogio di Erasmo scaturisce da un semplice ragionamento: tutti nasciamo con una testa che è come un foglio bianco pronto a recepire quello che ci insegnano, ma poi la società tende a voler mettere da parte o cancellare tutte le nostre idee, la nostra fantasia (o la follia se volete) che ognuno di noi naturalmente sviluppa”, in pratica questo spettacolo dice Arianna “vuole essere un elogio alla genialità di ognuno di noi e che la società moderna vorrebbe a tutti i costi reprimere” (credo che Erasmo stesso gradirebbe questa particolare visione della sua opera). Importante in tal senso la brochure introduttiva comprensiva della scaletta dello spettacolo, che sarà consegnata all’ingresso in sala, per cogliere pienamente lo spirito della rappresentazione.
Come accennavo l’ispirazione, dice Arianna che le è venuta per caso ma ho capito che il caso per chi vive le sue passioni intensamente è solo conseguenza della applicazione quotidiana, L’Elogio della Follia di Erasmo è anche un elogio alla dedizione che lei e le ragazze del corpo di ballo mettono nel definire e interpretare (un po’ folle ecco, come per un artista deve essere) i brani musicali, mai scelti a caso e collegati sempre sapientemente da quel filo.
Secondo Arianna l’elogio va fatto anche e soprattutto alle ballerine che forse mai come quest’anno si sono applicate e hanno ottenuto risultati così buoni. “Parliamo di imparare quattro e anche cinque coreografie differenti al mese spesso senza neanche un ripasso approfondito”, questo sicuramente è il risultato di anni di lavoro insieme e il raggiungere un affiatamento completo con la loro insegnante, non dimenticando la vera particolarità che secondo me rende lo spettacolo davvero riuscito: ogni pezzo è interpretato da più gruppi di ballerine e contiene altrettante coreografie che si affiancano, intersecano, sovrappongono senza “disturbarsi” minimamente e senza soluzione di continuità (alla fine qualche breve video rubato durante le prove rende questo concetto, ma lo spettacolo completo va assolutamente visto).
L’interpretazione dei brani è fondamentale: particolari apparentemente di secondo piano come i colori hanno lo scopo di denotare invece certi stati d’animo o anche la seriosità delle ballerine che poi diventa ilarità definisce ancora quegli stati d’animo, sempre nell’idea di fondo che “la felicità del foglio bianco da scrivere è solo apparente e che quando esprimi davvero ciò che pensi, quello che sei, che ti piace o che fai allora arrivano i problemi in quanto ti attaccano perché fuori dagli schemi, dalla norma”. Il Folle appunto.
Il finale poi è degno di particolare nota in quanto ispirato al celebre The Wall dei Pink Floyd, che calza a pennello nel discorso e conclude più che meritatamente la rappresentazione perché il muro è quello, ormai scontato lo abbiamo capito, che la società vuole costruire allo scopo di isolarti dagli altri ma soprattutto isolare le idee di ognuno da tutte le altre, e contrapposta c’è la reazione in cui l’individuo dice: “ok tu costruisci tutti i muri che vuoi, ma io vado avanti lo stesso con quello in cui credo”.
Capitolo a parte Arianna lo dedica alle bambine che fanno parte del corpo di ballo (un altro piccolo capolavoro della coreografa questo che non potete davvero perdere) , le quali a loro modo divertendosi ed esprimendosi come solo a quell’età è possibile si sono “incastonate” perfettamente nella trama logica dello spettacolo con estrema naturalezza e sorprendente bravura. Le basi del futuro della danza orientale sono pronte…
Una piccola anticipazione Arianna ce la dà sullo spettacolo che sta già studiando per l’anno prossimo , partendo dall’introspezione di Morias Enkomion vorrà trattare ancora dell’argomento umanità ma stavolta dal punto di vista femminile, sempre con un altro titolo preso dal nostro illustre passato delle lettere antiche, che non dimentichiamo sono parte integrante del background culturale di questa brava danzatrice: Per Aspera ad Astra.
Allora ricordo: primo luglio Teatro Vascello, Via G. Carini 78 Roma ore 21:00.
Resta solo da dire: venite e buon divertimento!