Finalmente, possiamo dirlo ad alta voce. Con 180 si e 71 no oggi il Senato della Repubblica ha approvato la legge sul testamento biologico. Devo essere onesto: non ricordo da quanto tempo la promulgazione di una legge non mi dava una così piacevole sensazione di appagamento. Quel “senso di giustizia” quella “sete” che spessissimo restava tale perché le varie “beghe” di partito che ben conosciamo da troppo tempo o interventi esterni di lobby di potere impedivano di fare leggi che sapevamo invece sarebbero dovute esistere da molti molti anni.
E mi chiedo anche stavolta come mai il potere spirituale, quello temporale l’ha perso da già da tempo, della Chiesa Cattolica non sia riuscito a fermare questa legge. Ma forse i tempi erano ormai maturi, come d’altronde lo erano quando furono prese decisioni altrettanto importanti in merito al divorzio nel 1970 e all’aborto nel 1978. Col benestare o no di chi ha sempre deciso per noi, anche stavolta la storia ha fatto il suo passo.
Il diritto a decidere di quel che resta della nostra vita in casi estremi come il recente di DJ Fabo (Fabiano Antoniani) o quello famosissimo di Piergiorgio Welby passando per Eluana Englaro ora è regolato da una legge dello stato.
Il Biotestamento è la manifestazione della volontà (del malato) sui trattamenti ammessi o esclusi nella fase finale di una malattia. Il malato potrà decidere se e come farsi curare nel momento in cui non avrà più la possibilità materiale di esprimerlo e questo potrà farlo appunto anticipatamente per iscritto o tramite supporto audio con le Disposizioni anticipate di trattamento (DAT).
A tale fine viene istituita la figura del “fiduciario”, che è la persona incaricata di far rispettare le DAT nel momento in cui il malato non può più farlo di persona. Ovviamente nel caso di nuove cure possibili successive alle DAT il paziente e il fiduciario possono decidere se se modificare le volontà precedentemente espresse.
Ci sarà addirittura la possibilità di rifiutare le terapie di idratazione e nutrizione prescritte dai medici e anche se il medico o i medici dovessero fare obiezione di coscienza la struttura sanitaria dovrà comunque rispettare le volontà del malato.
Beh che dire, solo che ci si augura l’immediata calendarizzazione dopo l’approvazione in modo che non “salti” alla prossima legislatura. Troppo bene abbiamo imparato che fine fanno alcune leggi con i cambi di governo e maggioranze parlamentari susseguenti alle elezioni…. Sulla carta così com’è sembrerebbe una buona legge e mi auguro che venga poi applicata alla lettera, fosse solo per impedire sofferenze umanamente insopportabili ai pazienti e i loro familiari.